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Primo gatto: cosa fare

Come e quando prendere un gatto in casa nel post a cura di Tutto Animali Da Compagnia

Il gatto non sarà l’animale domestico più affettuoso e tenero al mondo, ma è sicuramente uno dei più ricercati. A primo impatto un gatto può sembrare un pò strafottente e distaccato poiché tende a non dimostrare molto il suo attaccamento verso l’uomo. Ma non è affatto così. Provare per credere.

Già a partire dal primo gatto, infatti, è possibile scorgere delle cose molto interessanti, che da un lato stupiranno e dall’altro permetteranno alla persona di prendere le misure di un animale che non sempre ascolta i consigli dell’uomo.

Chi ha intenzione di provare per la prima volta l’ebbrezza di crescere un gatto in casa propria può stare tranquillo: non è una missione impossibile. Rispetto ai cani, hanno sicuramente una maggiore predisposizione all’autonomia e all’indipendenza ma possono essere “educati” a loro modo. Ci vorrà un po’ di tempo, certo, però una volta che si sarà affezionato si potrà vedere come anche i gatti, poi, alla fine hanno un cuore d’oro.

Il primo gatto deve familiarizzare con l’ambiente che lo circonda

Il primo approccio con un gatto deve essere questo: fargli conoscere e familiarizzare con l’ambiente circostante. Così non si spaventerà troppo e non avrà l’istinto di scappare, come potrebbe succedere.

L’importante, in ogni caso, è riprodurre un tipo di ambiente possibilmente non troppo rumoroso, poiché i gatti sono abbastanza sensibili e restii ai rumori esterni. Anzi, da questo punto di visto sono anche peggio degli umani poiché possono associare anche un rumore a un qualcosa di brutto. E, in quel caso, sarebbe davvero la fine.

Cosa succede durante la convivenza con altri animali e umani?

Anche la convivenza con altri animali (ad esempio il cane) può rivelarsi più difficoltosa di quanto si possa pensare. Il contatto con altri umani o simili è da evitare, almeno in una prima fase di conoscenza. I gatti hanno il loro tempo e vanno assecondati. All’inizio potrebbe non mangiare tantissimo o addirittura digiunare.

Niente paura: è il tipico atteggiamento di chi attende di ambientarsi e stringere una sorta di legame con il territorio di riferimento. Sarà lui, poi, a ricercare il cibo desiderato. Naturalmente l’ambiente in questione deve rispondere ad esigenze di sicurezza che lo pongano lontano da pericoli di qualsiasi genere, come, ad esempio, una pianta tossica.

L’accoglienza del primo gatto

Oltre al cibo, è buona usanza accogliere il nuovo arrivato con coccole che loro adorano. Serve per una questione affettiva, ma anche intellettiva, affinché il gatto riconosca cerebralmente il proprio padrone.

La posizione di tutto l’occorrente per favorire la pacifica convivenza diviene determinante. Una cuccia, ad esempio, va collocata in una posizione consona e adeguata per essere riconosciuta nel tempo.

Questo vale anche per la lettiera, la ciotola dell’acqua e forme di intrattenimento come il gomitolo che hanno una loro funzione ricreativa. Fondamentale garantire un certo spazio, in maniera tale che il gatto non si senta come braccato. Quando si sentirà pronto sarà lui a voler essere coccolato. L’intervento umano da questo punto di vista può solo contribuire ad arrestare il processo di avvicinamento emotivo.

Le prime volte che un cucciolo di gatto dorme in casa va sistemato in una stanza chiusa, onde evitare che possano uscire di casa e rischiare di non tornarvi. Fare in modo da creare una cuccia quanto più accogliente possibile. Il gatto ne riconoscerà inconfondibilmente l’odore e sarà più sicuro un suo ritorno a casa anche nei momenti di maggiore distacco. Perché, molte volte, i gatti sono animali molto abitudinari e casalinghi. Quindi, se considera l’ambiente come una casa, potrà tornare tranquillamente, anche se dovesse perdersi qualche volta.